Marina Abramovic e Givenchy

Era il 1974 quando una giovane Marina Abramovic si trovava a Napoli allo Studio Morra per dare vita ad una delle performance più emblematiche del mondo dell’arte contemporanea. Sopra un tavolo erano disposti diversi oggetti e si invitavano i visitatori della galleria a usarli a loro piacimento sul suo corpo. Per sei ore si è sottoposta a questo esperimento rischiando addirittura la vita, infatti tra gli oggetti c’erano anche coltelli e una pistola.

Fondamentale è stata la relazione con il compagno di vita e di performance Ulay. La loro separazione è stata oggetto di una performance sulla Muraglia Cinese, luogo in cui hanno deciso di dirsi addio. Dagli anni ’70 ad oggi Marina Abramovic non si è mai fermata e il suo alone leggendario non è rimasto indifferente anche al mondo della moda. Tra Givenchy e l’artista si è creata una relazione che ha portato la casa di moda ad ospitare il party di chiusura della retrospettiva The Artist is Present al MoMa nel 2010. In una delle performance la Abramovic ha indossato un magnifico abito lungo rosso Givenchy. L’artista ha trascorso 716 ore e mezzo seduta in una sala del museo davanti a una sedia vuota dove i visitatori potevano sedersi e sostenere il suo sguardo per qualche minuto. La sua impassibilità è stata interrotta quando di fronte si è seduto l’ex compagno Ulay. Lo sguardo è stato pervaso da una nuova luce che si è trasformata in lacrime di emozione. Il rapporto fra Givenchy non si è mai interrotto.

Oltre ad essere stata testimonial della maison, nel 2015 Marina Abramovic è stata chiamata a realizzare l’allestimento per la sfilata in occasione della New York Fashion Week. Il direttore creativo Riccardo Tisci ha deciso di aprire lo spettacolo al pubblico, caso eccezionale per una sfilata di moda di questo calibro. Un allestimento spirituale in cui si sono esibiti altri artisti che si sono esibiti con danze austere e canti lirici legati a diverse religioni. Una artista versatile, senza tempo, musa ispiratrice nella moda, nel 2018 toccherà a Firenze ospitare una grande retrospettiva sull’ artista serba.

 

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